Il franchise dedicato al mitico archeologo Indiana Jones è tra i più amati dalla storia del cinema, tuttavia ci sono degli aneddoti che non molti conoscono.

Per esempio il nome: Indiana Jones doveva chiamarsi “Indiana Smith” nelle intenzioni dell’ideatore George Lucas.
Il regista Steven Spielberg, tuttavia, odiava il nome Smith, apprezzando invece “Indiana”, ispirato al cane di razza alaskan malamute di Lucas.

Non solo.
Neanche gli attori erano così scontati: al posto di Harrison Ford, fu Tom Selleck il primo attore scelto per il ruolo di Indiana Jones.
Per il ruolo del cattivo Belloq avrebbero preferito Giancarlo Giannini al posto di Paul Freeman: peccato che il nostro Giannini non conoscesse l’inglese, requisito fondamentale per girare il film.

Un’altra curiosità è il saluto nazista della scimmia: era talmente difficile riprenderla mentre muoveva il braccio nel modo giusto (in realtà cercando di acchiappare frutta fuori campo) che la scena venne ripetuta più di 50 volte.
A parte saluti nazisti delle scimmie, fu un film molto criticato per i contenuti (allora) inadatti al pubblico più giovane.
In realtà la saga di Indiana Jones rimane tuttora una delle più viste dal vasto pubblico, giovane e meno giovane: un personaggio e delle storie destinate a restare a lungo nel nostro immaginario.