“Houston, abbiamo un problema”: una delle citazioni più leggendarie nella storia veniva pronunciata il 13 aprile di 51 anni fa da Jack Swigert; anzi, la frase vera e propria fu: “Ok, Houston, we’ve had a problem here“.

La storia di Jack a bordo della missione Apollo 13 fu rocambolesca: l’astronauta, infatti, faceva parte dell’equipaggio di riserva; venne chiamato a bordo soltanto due giorni prima della partenza, per sostituire un collega precauzionalmente trattenuto a terra per un possibile contagio da rosolia.
La missione rimase famosa per la tragedia sfiorata a causa di un guasto tecnico, e di varie conseguenze correlate, che resero di fatto impossibile l’obiettivo primario che era l’allunaggio, ma non solo: divenne quasi impossibile tornare a terra sani e salvi.
Nell’omonimo film del 1995 diretto da Ron Howard vengono ricalcati fedelmente molti dialoghi originali, rimescolati un po’ per esigenze di copione, e tutte le situazioni presentate sono quelle verificatesi realmente. Per fortuna tornarono tutti a casa sani e salvi.

Gli incidenti “spaziali” purtroppo non erano affatto rari, anzi, studiandone la storia si resta colpiti del fatto che qualche missione abbia infine avuto buon esito; per esempio, nel 1967, l’intero equipaggio della missione “Apollo 1″ (Gus Grissom, Edward White e Roger Chaffee”) morì sui propri sedili, a causa di un’improvviso incendio, favorito sicuramente dall’atmosfera costituita da ossigeno puro, che venne modificata proprio a seguito della tragedia; in generale, da quando ebbe inizio la cosiddetta “corsa allo spazio” fino ai giorni nostri, hanno perso la vita in 18, tra astronauti e cosmonauti.
A cosa serve allora tutto questo?
Intanto perché come esseri umani abbiamo nel DNA l’esplorazione e il superamento dei limiti; inoltre, andare nello spazio ha un’importanza fondamentale per la ricerca su nuovi materiali e tecnologie, anche mediche: nuovi farmaci e vaccini vengono studiati e realizzati in condizioni di microgravità, e poi… Volete mettere la bellezza di vedere il pianeta Terra dall’alto?
Moltissimi astronauti condividono con noi, anche via social, l’emozione di ammirare il nostro pianeta dall’alto, apprezzandone la straordinaria bellezza e notando che da lassù non esistono confini nazionali: l’umanità è unita nello stesso impegnativo destino di abitare la Terra.