Sharon Stone nasce il 10 marzo 1958 a Meadville, Pennsylvania, seconda di quattro figli.

La sua è una famiglia di umili origini, molto solida ma non certo tenera: suo padre in particolare non va certo per il sottile, picchiandola spesso quando torna a casa da lavoro: lei si ingegna con espedienti curiosi, come quello di nascondersi nella biancheria un libro con la copertina rigida in modo da attutire le cinghiate che riceve. 

A scuola mostra qualche problema a relazionarsi con i compagni, in compenso ha un Q.I. di molto superiore al normale, che le permette di frequentare classi più elevate rispetto all’età che ha, ma che però non fa che acuire il suo disagio nell’interazione coi coetanei. Comunque la sua carriera scolastica è brillante, ma ben presto emerge prepotente la vocazione artistica di Sharon, che vuole fare la regista di film cinematografici.

Non è un periodo favorevole alle registe donne, e anche la possibilità di fare l’attrice è malvista dalla madre, che stranamente vede nella professione di modella una reputazione più seria e quindi la accompagna al primo provino presso una famosa agenzia di New York. Sharon ha già vinto diversi concorsi di bellezza e, grazie a un volto unico e ad un fisico mozzafiato, inizia a guadagnarsi da vivere diventando modella pubblicitaria.

Non paga, cerca comunque di inserirsi nel mondo del cinema e ci riesce grazie ad una particina in un film di Woody Allen, cui però seguono ruoli dimenticabili, fino a raggiungere una certa notorietà con “Atto di forza” insieme ad Arnold Schwarzenegger; tuttavia, sarà solo grazie al celeberrimo “Basic Instinct” del 1992 che raggiungerà un successo planetario, interpretando la sociopatica Catherine che seduce tutti nella scena dell’accavallamento di gambe più famoso della storia.

Da lì in poi la sua carriera di attrice cinematografica sarà tutta in discesa: piovono proposte da tutte le parti e Sharon Stone lavora moltissimo e in tutto il mondo. Tuttavia la sua vita privata è molto più traballante, culminando nel 2001 in un tracollo fisico, oltre che familiare: un’emorragia cerebrale le toglie tutto, dal lavoro all’affidamento del figlio che aveva adottato insieme all’ex marito. 

Ma è proprio lì che Sharon inizia il suo cammino di rinascita spirituale: ripartendo da zero inizia a ricostruirsi più bella e luminosa, proseguendo e rafforzando il suo pluridecennale impegno a favore di organizzazioni no profit e per la ricerca contro l’HIV, e combattendo per ottenere quello a cui ha sempre aspirato e che ora ha finalmente ottenuto: come racconta nella sua autobiografia “Il bello di vivere due volte”, ora ha una famiglia felice, tre figli adottati e un’esistenza serena e realizzata.