15 marzo 1972: approda al cinema “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, pellicola che avrebbe rivoluzionato per sempre il concetto di gangster movie; ma come nasce un capolavoro?
Non tutti sanno che “Il Padrino” è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Mario Puzo, scrittore e sceneggiatore newyorkese di origini italiane appartenente alla corrente dell’avanguardia americana. Puzo all’inizio non aveva intenzione di cederne i diritti alla Paramount per la realizzazione di un lungometraggio, tuttavia i debiti per gioco, che lo sommergevano, gli fecero cambiare idea.
La genesi de “Il padrino” fu ostacolata in diversi modi, non ultimo il fatto che Joseph Colombo, boss della famiglia Colombo, iniziò una campagna per boicottare il film, accusato di perpetuare lo stereotipo dell’italoamericano mafioso. Si giunse a un accordo soltanto perché la parola “mafia” venne di fatto bandita dalla sceneggiatura. Anche il regista Coppola fu diverse volte a un passo dal licenziamento per divergenze di opinione con la produzione, la quale aveva intenzione di inserire più scene violente. Anche sulla scelta degli attori Coppola si impose: voleva Marlon Brando a tutti i costi, considerandolo perfetto per la parte di Vito Corleone, e superò con grande difficoltà le resistenze della Paramount perché pretese Al Pacino, all’epoca semisconosciuto, nel ruolo di Michael. Pacino era considerato troppo basso, ma Coppola era fermissimo nel suo intento e, rischiando di essere licenziato, tenne duro. Alla fine la spuntò su Al Pacino e la sua scelta, lo sappiamo, è stata quella vincente.
Anche Robert de Niro avrebbe voluto moltissimo partecipare al progetto, ma non venne scritturato. Venne però “recuperato” ne “Il Padrino parte II” per interpretare un indimenticabile giovane Vito Corleone. Nel film ci sono ben tre personaggi appartenenti alla famiglia del regista: Talia Shire, sorella del regista nata Italia Coppola (“Connie”), Carmine Coppola, il padre, ed una Sofia Coppola, sua figlia neonata, nel ruolo di Michael Francis Rizzi.
Molte scene rimaste iconiche nacquero per caso: il gatto sulle gambe di don Vito all’inizio della sceneggiatura non era affatto previsto, il fatto di accarezzarlo fu frutto di un’improvvisazione magistrale di Marlon Brando, che era anche famoso per fare molti scherzi sul set, come quando applicò dei pesi alla propria barella nella scena in cui doveva essere trasportato dall’ospedale.
La realizzazione della trilogia de “Il Padrino” è epica tanto quanto la storia stessa, e i suoi interpreti sono destinati a rimanere per sempre tra le stelle del firmamento hollywoodiano.