di Beatrice Silenzi

Senza dubbio una delle canzoni più popolari di Bruce Springsteen.

Parlo di “Born in the USA”, pubblicata nel 1984 come title track dell’omonimo album, è un brano che ha suscitato un forte impatto sulla cultura americana, consolidando il ruolo di Bruce come cantautore impegnato.

Se la melodia e l’energia travolgente del pezzo potrebbero far pensare a un inno patriottico, il testo della canzone racconta invece una storia molto diversa, fatta di  disoccupazione, di guerra in Vietnam, di veterani e di declino delle città industriali.

Ed il personaggio principale è proprio un veterano di guerra che lotta per trovare lavoro e il suo posto nella società, per denunciare le ingiustizie e le difficoltà che molti americani affrontano.

Riflette l’America operaia, le sfide che affronta negli anni ’80, mettendo in luce la disillusione e la frustrazione che derivano dall’essere nati in una società che sembra non tenere conto dei bisogni dei più.

Poi “Born in the USA” evolve in un messaggio di speranza e di resistenza, in cui il Boss canta il desiderio di riscatto e di una seconda possibilità per coloro che sono stati dimenticati.

La potenza emotiva della canzone risiede nella sua capacità di connettersi con l’ascoltatore e di ispirare un senso di speranza e accettazione nelle situazioni più difficili.

L’impatto del brano è stato significativo, tanto da diventare un inno per la classe lavoratrice americana e un simbolo di protesta contro le ingiustizie sociali.

Ascolta qui Born in the USA