Cosa accadrebbe se scopriste che la vostra intera vita è stata trasmessa in diretta televisiva, sotto gli occhi di milioni di spettatori?
Questo è il nucleo di “The Truman Show”, film rivoluzionario del 1998 che spinge a riflettere sulla natura della realtà, sulla Verità e sull’influenza dei Media nella società.
Protagonista di questa storia fuori dal comune è Truman Burbank, interpretato in modo fantastico da Jim Carrey, che vive in una piccola città, apparentemente ordinaria, lineare, in cui si trova perfettamente a suo agio, finché non inizia a notare alcune stranezze, che mettono in discussione profondamente la sua realtà.
Scoprirà che tutto ciò che ha vissuto, le persone che ha incontrato, i luoghi che ha visitato, tutto è stato accuratamente pianificato da un “creatore” e trasmesso in uno show televisivo di cui è sempre stato il protagonista.
Il creatore di questo mondo artificiale, regista dello show è Christof, interpretato da Ed Harris, autore del programma televisivo in cui in un continuum di pseudo verità, la vita di Truman è monitorata attimo dopo attimo e trasmessa in diretta.
Truman, scoperto il gioco, inizia quindi a desiderare di sfuggire a questa realtà costruita, cercando di entrare nel mondo reale.
Il film – come è logico supporre – è sconcertante e solleva importanti questioni sulla libertà individuale, sull’autenticità delle nostre esperienze, sul ruolo dei Media nella manipolazione delle nostre vite.
Pur essendo di parecchi anni precedente all’avvio dei Social Media, certamente li richiama, quanto meno per la sovraesposizione mediatica di cui è vittima.
Emergono i temi della falsità, del controllo, della privacy, della iperconnettività, mentre l’invito è quello di interrogarci sulla nostra stessa esistenza e sulle influenze che determinano le nostre scelte, consapevoli o meno.
Jim Carrey è grande, il suo talento straordinario.
Magistrale la regia di Peter Weir , in perfetto equilibrio tra suspense, emozioni e ironia.
Ancora oggi, dopo tanti anni dalla sua uscita, “The Truman Show” rimane un’opera cult e un monito sulla necessità di essere consapevoli dei nostri ruoli: se attori o spettatori della nostra vita.