di Beatrice Silenzi

Gli anni ’70 hanno rappresentato un periodo davvero particolare per la moda, caratterizzato dalla fusione di stili e tendenze audaci e tra i capi di abbigliamento che hanno definito quell’epoca, due sono entrati nel ricordo collettivo: i jeans a zampa d’elefante e la salopette.

Questi capi, amati per la loro versatilità e il loro fascino senza tempo, sono ancora oggi considerati simboli della moda di quegli anni.

I jeans a zampa sono diventati un’icona degli anni ’70 grazie al taglio svasato che si allarga in fondo, allora per reazione nei confronti di quelli aderenti degli anni ’60.

Pantaloni realizzati in denim resistente che si adattavano perfettamente al mood boho-chic dell’epoca.
Abbinati a bluse fluide, stivali alti e accessori hippie, i jeans a zampa rappresentavano il simbolo di libertà e ribellione.

La salopette, o tuta da lavoro, amata per la sua praticità e lo stile casual, era cucita in tessuto resistente, con bretelle regolabili e tasche funzionali.
Unisex e simbolo di una generazione che abbracciava uno stile di vita rilassato e libero, era abbinata a magliette a righe, camicie di flanella o top ricamati, per un look bohemien.

Ed oggi, sebbene gli anni ’70 siano lontani, l’influenza di questi capi continua a essere significativa.

Le passerelle di stilisti di fama internazionale hanno presentato, nel tempo, reinterpretazioni moderne di entrambi, evidenziandone la versatilità e il fascino senza tempo.

Attualmente, i jeans a zampa sono spesso indossati con tacchi alti per creare un look elegante e allungare la figura, mentre le salopette sono state riadattate in versioni più raffinate e femminili.