di Beatrice Silenzi

È il 1977. John Badham porta sul grande schermo un film che sarebbe diventato icona della cultura pop e simbolo nell’epoca della disco music.

“La Febbre del Sabato Sera” racconta la storia di Tony Manero, giovane di Bay Ridge, Brooklyn, che trova nella musica – e nel ballo in particolare – un’occasione per esprimersi, per sentirsi vivo, allontanandosi da una quotidianità pesante e difficile da gestire.

Un film sull’autoaffermazione e sulla ricerca di un futuro migliore che è diventato autentico fenomeno culturale, capace di influenzare moda, musica e immaginario collettivo, grazie ad un John Travolta unico.

L’attore, consacrato nel firmamento di Hollywood (verrà scelto come protagonista di “Grease”, l’anno successivo) diventa simbolo degli anni ’70 in quel completo in giacca bianca e camicia nera – imitatissimo – e con il braccio alzato e l’indice puntato verso il cielo.

La moda – sul finire degli anni 70 – trova, attraverso la pellicoila, slancio e caratterizzazione in abiti sgargianti, pantaloni a zampa d’elefante e lustrini.

Anche la musica si è isprata al film ed arricchita di evergreen che ascoltiamo ancora oggi, come “Stayin’ Alive” e “Night Fever” dei Bee Gees.

Le scene di ballo – come entrare in vere e proprie capsule del tempo – fanno rivivere le atmosfere uniche delle discoteche di quegli anni, tra luci psichedeliche e ambienti fumosi della disco music.