di Beatrice Silenzi

Oggi vorrei parlare d’amore. Ma non in modo sdolcinato, fiabesco, finto.
Ho scelto di farlo con un cult: “Il Tempo delle Mele” che, infatti, è molto più di un film.

È un affresco poetico che cattura il cuore in quel difficile e vivace passaggio tumultuoso che dall’infanzia conduce all’adolescenza, ricco di insoddisfazioni ed insicurezze.

Un racconto delicato, intimo e, allo stesso tempo, universale, che spiega l’educazione esistenziale e sentimentale di Vic (un’acerba Sophie Marceau), regalando al pubblico, contemporaneamente, un’incantevole quadro della commedia umana.

Il film mette in scena il contrasto tra due mondi: quello dei ragazzi, dei figli, e quello degli adulti, dei genitori.

Diretto da Claude Pinoteau, il film parla di adolescenza, di problemi e primi amori, delle prime delusioni e dell’essenza di due generazioni estranee.

Il mondo dei ragazzi è un vortice di leggerezza, incostanza, vitalità, speranze e sogni ad occhi aperti, vissuti attraverso la protagonista: ora triste, ora innamorata, ora delusa.

L’adolescenza e l’amore in un periodo dell’esistenza umana in cui i confini tra realtà e immaginazione sono oltremodo sfumati ed in cui ogni emozione viene vissuta con profondità e passione.

Di contro il mondo degli adulti è permeato dal principio di realtà, dal cinismo. Uno spazio dove manca l’afflato romantico.

Il confronto tra queste due generazioni è proprio nella sfera sentimentale, in cui le vicende amorose delle due generazioni si intrecciano e si scontrano e, nonostante età e prospettive diverse, emerge una verità universale: la natura dei problemi sentimentali è la stessa.

Vic è desiderio di libertà, di autonomia, di trasformazione, di ricerca di identità, di quel bisogno che hanno tutti i ragazzi di essere ascoltati e compresi dai genitori che, immersi nei propri problemi, spesso, li trascurano.

Nel film la questione viene risolta dalla figura affascinante e saggia di Poupette, bisnonna di Vic.

Una distanza generazionale importante, eppure Poupette rappresenta un ponte tra le due generazioni, ma anche un rifugio emotivo, un luogo in cui la giovane Vic si sente compresa e libera di entrare nel proprio mondo interiore.

Tra saggezza e libertà, la bisnonna è una confidente ideale, scevra dal giudizio e dalla critica spicciola, che collega il mondo degli adulti e quello dei ragazzi.

Il rapporto tra Vic e Poupette offre dunque un ritratto di amore intergenerazionale, un legame che va oltre la famiglia.

Ed il significato del film sta tutto nel titolo, in quell’amore che è come un frutto che matura col passare degli anni.

“Il Tempo delle Mele” è, insomma, un viaggio, una celebrazione degli amori incerti, delle amicizie profonde e della ricerca di sé.