di Beatrice Silenzi

Nel panorama degli anni ’90, c’è un film che si distingue per la sua straordinaria originalità e audacia narrativa. Il titolo è “Essere John Malkovich” – Being John Malkovich – diretto da Spike Jonze e scritto da Charlie Kaufman.

Una pellicola fuori dall’ordinario che trasporta gli spettatori in un universo surreale. La trama ruota attorno a un burattinaio di nome Craig (John Cusack) e a una giovane impiegata Lotte (Cameron Diaz).

I due scoprono un tunnel nascosto dietro un armadio che permette loro di entrare nella mente e nel corpo dell’attore John Malkovich per 15 minuti alla volta!
Ciò dà inizio a un viaggio straordinario e disturbante attraverso l’identità, la celebrità e i rapporti umani.
I temi del film sono la ricerca dell’identità e la percezione della realtà, perché quello che viene ad essere messo in discussione è il nostro vivere, la nostra stessa esistenza, invitando chi guarda a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’individualità umana.

La storia offre una possibilità incredibile riguardo al desiderio di essere qualcun altro e punta dritto sull’ossessione per la fama e la notorietà.
Spike Jonze dirige con maestria, creando un’atmosfera particolare, così come è nuova la sua capacità di spingersi oltre i confini del cinema, sfidando le convenzioni narrative. Riceve tre candidature ai Premi Oscar del 2000: miglior regia, miglior sceneggiatura originale e migliore attrice non protagonista per Catherine Keener.

“Essere John Malkovich” è un film che rompe le regole ed invita gli spettatori a immergersi in un mondo di stranezza e meraviglia.
La sceneggiatura di Charlie Kaufman è un capolavoro di inventiva e profondità concettuale, poiché l’autore, esplorando queste tematiche, offre un punto di vista volutamente provocatorio e intellettualmente stimolante sulle dinamiche umane.

Il film è un esempio di storytelling innovativo e audace, proprio perché trasporta gli spettatori in una realtà parallela e le interpretazioni degli attori sono eccezionali: John Cusack e Cameron diaz sono oltremodo convincenti e, naturalmente, la partecipazione di John Malkovich stesso, aggiunge quel pizzico di autoironia.