di Beatrice Silenzi

Se ci si sofferma ad analizzare qualsiasi classifica online alla ricerca delle migliori commedie di sempre, “Tootsie” è tra le prime a venir fuori, la scelta giusta per ridere di gusto, per lasciarsi trasportare da un umorismo intelligente e per riflettere con lucidità su temi importanti, mascherati con un sorriso.

Michael (Dustin Hoffman) è un attore disoccupato, incapace di trovare un incarico a causa della sua fama di pignolo perfezionista. Per riuscire a guadagnarsi uno stipendio, si traveste da donna e come Dorothy ottiene un ruolo in una popolare serie televisiva.

Nei panni di una donna, vive esilaranti equivoci legati alla sessualità, ma, al contempo, si trova a riflettere sulla figura stessa del genere femminile, contro i pregiudizi di uomini di poco valore che, comunque adulano Dorothy, idolatrata dalle donne.

La scrittura dei personaggi permettono a Tootsie di andare oltre le apparenze, di mettere in ridicolo gli aspetti preordinati e l’idea che non bastano talento e perseveranza per ottenere il proprio successo.

Diretto da Sydney Pollack, nel 1982, il film è rivoluzionario, divertente, con situazioni esilaranti e dialoghi brillanti, che mettono in luce il talento comico di tutto il cast.

L’autenticità, l’identità e il potere dell’amore sono basilari e la relazione tra Michael/Dorothy e Julie, interpretata da Jessica Lange, basata sull’inganno e sulle aspettative sbagliate, alla fine si rivela un catalizzatore per la crescita personale e l’accettazione di sé stessi.

La performance di Dustin Hoffman è eccezionale, così come il suo trasformismo,  convincente al punto che il pubblico dimentica facilmente che si tratta di un uomo che indossa abiti femminili. La profondità e la sensibilità di Hoffman sono uniche.

“Tootsie”,  acclamato dalla critica, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui dieci candidature agli Oscar, vincendo alla fine la statuetta per la Migliore Attrice non protagonista assegnata a Jessica Lange.