Negli anni Ottanta la televisione visse una stagione di grande creatività, capace di regalare prodotti che ancora oggi vengono ricordati come veri fenomeni di costume. Tra questi spicca senza dubbio V – Visitors, miniserie fantascientifica trasmessa per la prima volta dalla NBC nel 1983 e divenuta rapidamente un cult internazionale.
Non era soltanto una storia di fantascienza, ma una parabola politica e sociale, che affrontava temi come la manipolazione delle masse, il totalitarismo e la resistenza.
La trama inizia con l’arrivo sulla Terra di enormi astronavi spaziali, guidate da una razza di extraterrestri apparentemente benevola.
I Visitatori si presentano come amici, pronti a condividere la loro tecnologia e a offrire pace e prosperità. Indossano uniformi rosse, hanno volti rassicuranti e un linguaggio diplomatico. La loro leader, Diana (Jane Badler), incanta il mondo con il suo carisma. Ma dietro quella facciata si nasconde una realtà inquietante: i Visitatori sono in realtà rettili antropomorfi, che indossano una pelle sintetica per sembrare umani.
Il loro obiettivo non è la cooperazione, bensì il dominio: sfruttare le risorse terrestri e, soprattutto, nutrirsi degli esseri umani stessi.
Creato da Kenneth Johnson, già autore di L’incredibile Hulk, Visitors non era una semplice avventura fantascientifica.
La miniserie prendeva ispirazione diretta dal nazismo e dall’ascesa dei regimi totalitari.
Gli alieni si comportano come dittatori moderni: instaurano una propaganda martellante, manipolano i media, arruolano giovani umani in organizzazioni paramilitari, creano divisioni tra i cittadini. Non è un caso che molti elementi richiamino la Germania nazista: i poster di propaganda, le divise, i discorsi enfatici, persino la figura dei “collaborazionisti” che scelgono di sostenere gli invasori.
Diana rimane una delle antagoniste più affascinanti della storia televisiva: crudele, manipolatrice, dotata di un magnetismo irresistibile.
Mike Donovan, cameraman coraggioso, rappresenta la voce della verità e del giornalismo indipendente che cerca di smascherare le menzogne del regime.
Julie Parrish incarna la resistenza femminile: intelligente, determinata, guida la ribellione con lucidità e coraggio.
La miniserie del 1983 ottenne ascolti straordinari, tanto da spingere la produzione a realizzare un seguito.
In Italia arrivò poco dopo e conobbe un successo enorme.
La scena delle astronavi sospese nei cieli delle grandi città colpì l’immaginario di un pubblico non abituato a effetti speciali così spettacolari in televisione.
Il fascino degli alieni mascherati da umani e l’atmosfera da thriller politico catturarono una generazione intera.
È importante ricordare che V fu realizzata per la televisione con budget ridotti rispetto al cinema.
Eppure seppe sfruttare al meglio le tecniche disponibili: modellini di astronavi, maschere prostetiche, scenografie suggestive. Se oggi gli effetti possono apparire datati, all’epoca rappresentarono un salto di qualità.
Ma il vero punto di forza restava la scrittura: l’allegoria politica, la tensione narrativa e la capacità di creare cliffhanger memorabili.
Il culto della serie portò anche a un reboot nel 2009, con una nuova versione prodotta da ABC. Nonostante un buon avvio, il remake non riuscì a eguagliare il carisma e l’impatto della versione originale, segno che l’atmosfera degli anni ’80 rimaneva insuperabile.





