di Beatrice Silenzi

Nel 1988 Mike Nichols, regista già affermato per film come Il laureato e Chi ha paura di Virginia Woolf?, portava nelle sale Working Girl, commedia romantica e al tempo stesso una riflessione sulla scalata al successo negli anni del boom finanziario.
Ambientato nella New York di fine decennio, tra grattacieli scintillanti e sale riunioni dominate dagli uomini, il film racconta la storia di Tess McGill, segretaria con grandi ambizioni che si ritrova, quasi per caso, a prendersi la rivincita sul sistema che la considera solo una pedina marginale.

Il cuore del film è Tess, interpretata da Melanie Griffith, che Nichols sceglie e valorizza in un ruolo complesso: fragile e determinata, ingenua e astuta, realista ma anche sognatrice.
Tess non è la tipica eroina senza macchia, ma una giovane donna della classe media che lavora sodo, studia, si aggiorna e sogna di emergere nel competitivo mondo della finanza.

Il suo accento di Staten Island, i vestiti non alla moda e l’atteggiamento diretto la rendono poco adatta agli ambienti patinati di Wall Street.
La trama prende una svolta decisiva quando la sua nuova capa, Katharine Parker (Sigourney Weaver), elegante, sofisticata e apparentemente comprensiva, le ruba un’idea per un’importante fusione aziendale.
Un incidente costringe però Katharine a restare lontana dall’ufficio per settimane: Tess ne approfitta per prendersi quello che sente di meritare, fingendosi al suo posto, con l’aiuto di Jack Trainer (Harrison Ford), brillante dirigente di cui finirà per innamorarsi.

Se Tess rappresenta la speranza di una nuova generazione di donne pronte a emergere, Katharine è l’altra faccia della medaglia: una donna che ha conquistato il potere ma si comporta come il peggior stereotipo maschile.
Cinica, manipolatrice, pronta a sfruttare le altre donne pur di consolidare la sua posizione, Katharine incarna l’idea che non basta il genere a cambiare le regole del gioco: conta il modo in cui si interpreta il potere.

Harrison Ford, già icona grazie a Star Wars e Indiana Jones, interpreta qui un personaggio diverso dal solito: Jack Trainer, dirigente di successo che si lascia coinvolgere dall’entusiasmo di Tess.
Non è il classico salvatore maschile: piuttosto, diventa partner e alleato, lasciandosi sorprendere dal talento della protagonista.

Una donna in carriera è figlio del suo tempo. Gli anni Ottanta furono un decennio di eccessi, simbolicamente rappresentato dalle giacche con spalline imbottite, dai capelli cotonati e dall’ossessione per l’immagine.
Nichols non rinuncia a questi dettagli estetici, che oggi suscitano un sorriso nostalgico ma che allora rappresentavano la divisa del successo.

Il film si apre con Let the River Run di Carly Simon, canzone che vinse l’Oscar come miglior brano originale, il film fu un successo di pubblico e critica.
Melanie Griffith ottenne una candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista, così come Sigourney Weaver e Joan Cusack (che interpreta l’amica sincera di Tess) per i ruoli di supporto.