di Beatrice Silenzi

Gli anni ’70 sono stati particolarmente significativi per il cinema fantascientifico.

Durante questo decennio, infatti, si sono verificate importanti trasformazioni nel modo in cui venivano raccontate storie di mondi lontani e di possibili futuri alternativi.

Gli effetti speciali e l’avvento dei primi esperimenti con la computer grafica hanno aperto le porte a nuove possibilità sia visive che narrative.

Uno dei punti di svolta più significativi è l’ingresso di sempre più sofisticati e realistici effetti speciali.

Film come “Star Wars” (1977) di George Lucas e “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) di Steven Spielberg o “Alien” (1979) di Ridley Scott, sono stati tra i primi a dimostrare il potenziale di queste nuove tecniche, trasportando gli spettatori in mondi lontani, incredibili.

Tuttavia, non sono solo gli effetti speciali a caratterizzare la rivoluzione della fantascienza negli anni ’70.

Il decennio ha anche visto l’introduzione di temi e concetti che hanno gettato le basi per molte opere successive.

Film come “Arancia meccanica” (1971) di Stanley Kubrick e “Blade Runner” (1982) di Ridley Scott hanno affrontato tematiche complesse come la ribellione delle macchine, le società distopiche, la manipolazione genetica, anticipando i dibattiti e le preoccupazioni attuali sulla tecnologia e il futuro dell’umanità, ad oltre 40 anni di distanza.

Film che hanno influenzato generazioni successive di cineasti e spettatori, alimentando l’interesse per l’ignoto o l’esplorazione dello spazio.

Ovviamente non si può parlare di rivoluzione della fantascienza senza menzionare il genio di registi come George Lucas, Steven Spielberg e Ridley Scott, Stanley Kubrick, che hanno contribuito a ridefinire il genere.

Le loro opere hanno determinato un cambiamento significativo nel modo di raccontare la fantascienza.