di Beatrice Silenzi

Come uno specchio della società italiana dell’epoca, gli anni ’70  segnano un periodo di trasformazione per il Festival, iniziato nel 1951.

Le mutevoli preferenze musicali, la contestazione, la ribellione giovanile – che rivoluzionano la cultura e la società dell’epoca – trovano eco anche nella manifestazione canora più celebre del nostro Paese.

Lo sciopero dei cantanti nel 1972 è un evento senza precedenti ed evidenzia il grande divario generazionale esplicitato nella sostanziale modifica dei gusti musicali.

Mentre la televisione a colori e la “Febbre del sabato sera” dominano la scena, Sanremo attraversa un periodo di crisi, perdendo il suo status di evento nazionale, riferimento per la musica leggera.

Il cambio di sede – dal Teatro dell’Ariston a Via Matteotti – segna un’altra tappa significativa sul primo Festival a colori, sebbene l’aspetto negativo delle tematiche nei brani stranieri, influenzati da momenti difficili vissuti in un contesto sociale particolarmente buio, contribuisca a rendere il decennio ’70 assai complesso.

Eppure questi anni mettono in risalto nuovi talenti, consentono agli emergenti di consolidarsi, diventando, nel tempo, vere leggende della musica italiana.

Nicola Di Bari ottiene una straordinaria doppietta nei primi anni ’70 con “Il cuore è uno zingaro” e “I giorni dell’arcobaleno”, mentre Peppino di Capri trionfa con canzoni romantiche come “Un grande amore e niente più” e “Non lo faccio più”.

Nascono di gruppi come i Ricchi e Poveri e c’è l’ascesa di Gianni Morandi, la consacrazione di presentatori come Mike Bongiorno, che nel 1979 raggiunge il record delle nove conduzioni.

Da ultimo, le vittorie sorprendenti di Gilda e Mino Vergnaghi (considerati entrambi due meteore) rispettivamente nelle edizioni del 1975 e 1979, dimostrano che la magia di Sanremo può ancora emergere dal talento autentico e dalla passione per la musica, che parte, apparentemente, “dal nulla”.

Un ulteriore segno – forse – che il Festival di Sanremo continua a essere un palcoscenico in grado di scoprire e celebrare nuovi talenti.